Dialogo sociale

Tu sei qui:
In questo articolo

Questa voce è stata curata da Elisabetta Toccalli

 

Definizione

L’inizio del nuovo millennio si apre con il tentativo operato dagli imprenditori di superare il sistema contrattuale su due livelli per valorizzare il sistema delle relazioni industriali decentrate.
In questo contesto, si assiste dunque alla proposta del Governo di sostituire la concertazione sociale con il dialogo sociale.

Nel Libro Bianco del 2000, il Governo definisce tale metodo come quel “confronto basato su accordi specifici, rigorosamente monitorati nella loro fase implementativa”. In pratica, gli obbiettivi degli incontri vengono individuati di volta in volta dal Governo e le parti sociali svolgono un ruolo marginale limitato al parere.
Tale metodo porterà nel corso degli anni a negoziati bilaterali e, conseguentemente, al fenomeno degli accordi separati.

Il primo frutto di questa nuova stagione è il Patto per l’Italia del 5 luglio 2002, sottoscritto, dal lato delle organizzazioni sindacali, solo da Cisl e Uil.
La Cgil manifestò il proprio dissenso e si rifiutò di negoziare (e poi sottoscrivere) un documento che prevedeva la proposta di modifica dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Di fatto, il Patto per l’Italia, segnò la prima tappa per il superamento delle regole della contrattazione collettiva sancite nel Protocollo del 23 luglio 1993.
Il definitivo abbandono di quel modello è rappresentato dall’Accordo separato del gennaio 2009.

Per approfondimenti si veda la voce Accordo interconfederale