Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero della Salute, circolare 12 aprile 2021

12 Aprile 2021

Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei luoghi di lavoro.

Tipo di Atto: Atti amministrativi (circolari, interpelli, note ministeriali, etc.)

I ministeri del Lavoro e della Salute, di concerto con l’Inail, in una circolare congiunta del 12 aprile (prot. n. 15126) forniscono indicazioni sulla vaccinazione anti Covid-19 nei luoghi di lavoro e sulla procedura per l’attivazione dei punti vaccinali territoriali destinati alle lavoratrici e ai lavoratori, con il coinvolgimento dei medici competenti o di altri operatori sanitari convenzionati con il datore di lavoro. La circolare ministeriale integra il protocollo nazionale per la vaccinazione in azienda sottoscritto il 6 aprile, precisando che la vaccinazione nei luoghi di lavoro è un’iniziativa di sanità pubblica la cui responsabilità e la supervisione spetta al servizio sanitario regionale tramite l’azienda sanitaria di riferimento. Per la materiale somministrazione dei vaccini anti Covid-19 in azienda i datori di lavoro potranno affidarsi al medico competente, ma anche a personale sanitario adeguatamente formato, afferente a strutture sanitarie, o a liberi professionisti. Le imprese provvedono all’allestimento dei punti vaccinali, che devono essere realizzati garantendo «tutti i requisiti di efficacia, efficienza e sicurezza previsti per tutti i cittadini», sostenendone i relativi oneri (eccetto il rifornimento dei vaccini, di siringhe e aghi). L’idoneità degli ambienti prescelti è valutata dall’azienda sanitaria locale. Non è previsto l’accantonamento di dosi nelle strutture aziendali, salvo deroghe specifiche. I punti vaccinali possono essere attivati da imprese, singole o in gruppi organizzati, anche tramite le associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della bilateralità, che devono comunicare la loro volontà all’azienda sanitaria di riferimento, secondo modalità decise dalle Regioni e dalle Province autonome. Viene richiesto il requisito non meglio specificato di una «popolazione lavorativa sufficientemente numerosa». I lavoratori esprimono il consenso alla vaccinazione direttamente al personale sanitario incaricato e, oltre a non aderire all’iniziativa dell’azienda, possono scegliere di farsi vaccinare seguendo il canale principale, cioè il piano nazionale ordinario per tutti i cittadini.