Wikilabour per i referendum sul lavoro: informare correttamente per decidere

Con l’avvicinarsi dell’8 e 9 giugno sembra essersi rotto il prevalente silenzio che ha caratterizzato gli scorsi mesi, soprattutto nei grandi mezzi di informazione (spesso legato alla volontà delle forze politiche contrarie ai referendum di boicottarli tramite l’astensione). La centralità del tema del lavoro e delle sue tutele sta però provocando una inattesa attenzione, non solo nel pubblico degli operatori e delle persone più interessate alle vicende politico-sindacali, ma anche tra i giovani, sui social, nei luoghi di lavoro. In questo contesto è fondamentale diffondere un’informazione corretta.

I referendum, per loro natura, hanno un contenuto tecnico che è importante comprendere: una parte di essi (soprattutto il primo quesito, relativo all’abrogazione della disciplina generale sui licenziamenti per i lavoratori privati assunti dal marzo 2015) richiede di comprendere le differenze tra la legge oggetto della proposta abrogativa (decreto 23/2015) e il regime che andrà ad applicarsi a tutti i lavoratori se prevale il SI.

Comprendere però è possibile, per chiunque, e il contenuto della scelta alla fine è chiaro:

1) superare le diseguaglianze di tutele contro i licenziamenti illegittimi che oggi sussistono tra i lavoratori, in ragione della sola data di assunzione, e adottare per tutti la disciplina dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori, per il quale la regola prevalente è la reintegrazione nel posto di lavoro, e le eccezioni i casi nei quali la tutela è limitata a un indennizzo;

2) superare il limite, oggi molto contenuto, alla tutela risarcitoria per i licenziamenti illegittimi nelle imprese minori;

3) ridurre la precarietà eliminando la possibilità per le imprese di assumere a termine nei primi 12 mesi senza alcuna reale giustificazione (se vince il SI l’impresa potrà continuare a utilizzare i rapporti a termine per rispondere a esigenze di reale flessibilità e non per coprire a rotazione posizioni stabili di lavoro);

4) rafforzare i meccanismi di responsabilità delle imprese committenti negli appalti, a tutela della salute dei dipendenti degli appaltatori e subappaltatori (se vince il SI le committenti saranno indotte più di prima a rivolgersi a imprese serie e che non risparmino sui costi della sicurezza, riducendo i rischi di infortuni e malattie professionali e rafforzando la tutela effettiva del lavoratore e della sua famiglia).

Wikilabour ritiene di fare cosa utile mettendo a disposizione di tutti i suoi lettori una serie di materiali, sia originali sia riprendendo altri contributi già pubblicati su testate o siti di informazione ad accesso pubblico (con uno sguardo anche al referendum sulla cittadinanza, importante tanto quanto quelli sul lavoro): tutti contributi caratterizzati dalla prevalente attenzione ai contenuti e alla precisione delle informazioni (anche contrastando con esame puntuale alcune “fake news” o letture tendenziose dei possibili esiti dei referendum).

Informarsi per partecipare, informare per coinvolgere e promuovere il voto.

 

I quesiti dei referendum sul lavoro

Qui potete trovare i testi ufficiali dei quesiti referendari sui quali la Cgil ha raccolto nella prima metà del 2024 circa quattro milioni di firme, poi dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale.

 

Cosa cambia se vince il SÌ

Qui vi proponiamo quattro schede che, quesito per quesito, illustrano il contenuto tecnico del referendum, la normativa investita e gli effetti che ne deriverebbero in termini di modifica delle singole discipline.

 

Dicono che i referendum non servono, che potrebbero peggiorare le tutele per i lavoratori o creare effetti assurdi … ma è vero?

Nelle ultime settimane, alle opinioni critiche verso i referendum (in sé legittime, ovviamente) si sono affiancati contributi insidiosi che, spesso operando semplificazioni, vogliono far passare l’idea che i referendum (soprattutto quelli sui licenziamenti, ma non solo) avrebbero effetti contraddittori o produrrebbero conseguenze assurde.

In merito pubblichiamo:

– un “fact checking”, a cura di Franco Scarpelli, sulle prese di posizione di Pietro Ichino e Tito Boeri: in disparte la diversità di opinioni, quanto si dice sugli “effetti” del referendum è fondato?

– un saggio di Giovanni Orlandini pubblicato in Labor, 1 gennaio 2025 (https://www.rivistalabor.it/, contributo accessibile a seguito di registrazione)

– un’opinione di Alberto Piccinini tratta dal Blog Area Lavoro de “Il fatto quotidiano”.

 

Alcuni approfondimenti sui referendum sul lavoro (e sulla cittadinanza)

Pensiamo di fare cosa utile nel segnalare e allegare i seguenti articoli di approfondimento:

Tutto quello che c’è da sapere sui quesiti sul lavoro per i referendum dell’8 e 9 giugno, di Roberta Covelli (tratto da Fanpage.it, 14 maggio 2025)

I referendum in difesa della democrazia e del lavoro, di Enzo Martino (tratto da Volere la luna, 3 aprile 2025).

Il referendum sulla cittadinanza, di Alberto Guariso (tratto da Questione Giustizia, 14 maggio 2025)

Segnaliamo a chi è interessato a un approfondimento scientifico dei temi dei referendum i saggi pubblicati dalla rivista Lavoro e Diritto, editore il Mulino, 2024, n. 4 (i saggi non sono allegati a questa newsletter perché non riproducibili senza autorizzazione dell’Editore, ma possono essere reperiti nella generalità delle Biblioteche, anche on line):

– E se domani. . . Due referendum per cambiare la disciplina dei licenziamenti, di Maria Vittoria Ballestrero

– Appalti e sicurezza sul lavoro: le ragioni del referendum proposto dalla Cgil, di Olivia Bonardi

– Stabilità del lavoro e contratto a termine nell’attuale stagione referendaria, di Paola Saracini

 

Le sentenze di ammissione dei quesiti referendari