Una volta accertata la discriminazione di genere nei confronti della lavoratrice madre spetta il risarcimento del danno non patrimoniale nella forma del c.d. danno comunitario.
La Corte ribadisce che anche i c.d. controlli a distanza difensivi sono soggetti ai divieti e alle limitazioni stabiliti dallo Statuto dei lavoratori (artt. 4 e 8).