Corte di cassazione, sentenza 1° giugno 2021 n. 15240

1 Giugno 2021

Abusiva reiterazione di contratti di lavoro a termine nel settore del pubblico impiego privatizzato e stabilizzazione del rapporto.

Tipo di Atto: Giurisprudenza di Cassazione

In relazione a reiterati abusivi contratti a termine con un Comune, due lavoratrici avevano chiesto il relativo accertamento e il risarcimento danno. La Corte d’appello aveva respinto la domanda risarcitoria, sostenendo l’avvenuta riparazione del danno, attraverso la partecipazione (peraltro senza esito) a concorsi che riservavano una quota del 40% a personale che vantasse precedente esperienza di almeno tre anni nel settore e invocando, in proposito, la sentenza della Cassazione n. 16336 del 2017. Tale sentenza aveva affermato che la stabilizzazione del contratto a opera dell’Amministrazione inadempiente, prevista (con concorsi riservati) dalla legge n. 296 del 2006, poteva ritenersi equivalente al risarcimento dei danni, ai fini di sanzionare l’abuso e far conseguire al lavoratore lo stesso bene della vita per cui aveva agito. La Cassazione cassa tale decisione affermando che, secondo quanto implicito già nella decisione del 2017 e poi precisato in una successiva sentenza del 2020, la riparazione, mediante stabilizzazione, dell’abuso avviene solo se questo è direttamente collegabile alla successione abusiva dei contratti a termine con rapporto di causa-effetto, il che si verifica solo nei casi in cui l’assunzione è prevista da disposizioni di legge specifiche di stabilizzazione del personale precario vittima dell’abuso. Cosa che non si era verificata nel caso esaminato.