Corte di giustizia UE, sentenza 15 luglio 2021 in cause riunite nn. C- 804/16 e C-341/19

15 Luglio 2021

Sul posto di lavoro può essere vietato l’uso del velo islamico o di altri segni riconoscibili di una religione.

Tipo di Atto: Giurisprudenza Corte di Giustizia dell’Unione Europea

In ambedue le cause che hanno dato luogo all’intervento interpretativo del diritto comunitario da parte della Corte di giustizia, due dipendenti, una docente in un asilo nido e un’impiegata in un supermercato indossavano il velo islamico sul lavoro e per questo erano state sanzionate e sospese dal servizio. In giudizio lamentavano di aver subito una discriminazione fondata sulla religione. La Corte di giustizia esclude la discriminazione diretta nel caso in cui il divieto di segni esteriori religiosi riguardi la generalità dei dipendenti (in uno dei casi, infatti, era stata sanzionata anche una dipendente che indossava un crocefisso), in quanto espressione di una linea di neutralità religiosa. Può trattarsi tuttavia di una discriminazione indiretta, in quanto per lo più sono le donne a indossare segni visibili di una religione (per le musulmane il velo è del resto obbligatorio), la quale però può essere giustificata da una finalità legittima (quale la necessità dell’impresa di corrispondere al diritto dei genitori di perseguire un’educazione dei propri figli ispirata al multiculturalismo e alla neutralità religiosa) con misure strettamente necessarie e proporzionate. La Corte precisa infine che disposizioni nazionali che tutelano la libertà di religione possono essere prese in considerazione nel giudizio in ordine al carattere appropriato di una differenza di trattamento indirettamente fondata sulla religione, stabilendo ad esempio per tale differenza requisiti ulteriori rispetto al diritto comunitario.