Corte di giustizia UE, sentenza 21 settembre 2017 in causa n. C-149/16, Socha e altri

21 Settembre 2017

In applicazione della direttiva comunitaria sui licenziamenti collettivi, la comunicazione ad alcuni dipendenti dell’avviso di modifica, per ragioni oggettive, delle condizioni di lavoro, pena, secondo il diritto nazionale, la cessazione automatica del rapporto, deve essere preceduta da una consultazione sindacale nel caso in cui è prevedibile che conduca alla cessazione di un numero di rapporti sufficiente a imporre tale procedura.

Tipo di Atto: Giurisprudenza Corte di Giustizia dell’Unione Europea

Il diritto della Polonia prevede la possibilità per il datore di lavoro di comunicare ai dipendenti la modifica delle loro condizioni di lavoro che, se non accettata, comporta la risoluzione del rapporto. Nel caso esaminato, un ospedale privato aveva comunicato ai propri dipendenti, per ragioni di contenimento della spesa, la modifica della disciplina dei premi di anzianità, che alcuni non avevano accettato, contestando in giudizio la conseguente cessazione del rapporto. La Corte di giustizia UE, investita dai giudici nazionali del problema dell’applicabilità o non alla fattispecie della disciplina sui licenziamenti collettivi, afferma l’applicabilità ogni qual volta sia prevedibile (come è prevedibile, se la modifica è dettata dall’intento di evitare la liquidazione della azienda o comunque licenziamenti collettivi) che all’iniziativa segua la cessazione di rapporti in numero sufficiente a renderla obbligatoria.
Sezione: rapporto di lavoro privato