Corte di giustizia UE, sentenza 3 giugno 2021, in causa n. C-326/19

3 Giugno 2021

Il contratto a termine della durata di tre anni, prorogabile una sola volta di due anni, dei ricercatori universitari italiani non costituisce abuso del contratto a termine.

Tipo di Atto: Giurisprudenza Corte di Giustizia dell’Unione Europea

La legge italiana prevede la possibilità per le Università nazionali di stipulare contratti di lavoro a tempo determinato di durata triennale, prorogabile una sola volta per due anni, per assumere ricercatori universitari. Un ricercatore assunto per tre anni, prorogati poi di due, aveva cercato di ottenere l’assunzione a tempo indeterminato con le funzioni di professore di seconda fascia attraverso diversi strumenti all’uopo previsti dalla legge, ma risultati a lui non applicabili. Aveva allora promosso un giudizio, sostenendo che il contratto da lui stipulato costituiva un abuso del contratto a termine secondo la normativa comunitaria, chiedendo pertanto l’adozione di misure di tutela adeguate. Pervenuta la questione alla Corte di giustizia, questa esclude che tale contratto contrasti col diritto dell’Unione, perché è previsto per una durata predeterminata e prorogabile una sola volta, così soddisfacendo le condizioni stabilite dall’art. 5 dell’accordo quadro del lavoro a termine, allegato alla nota direttiva comunitaria.