Corte di Cassazione, ordinanza 2 marzo 2022 n. 6825

2 Marzo 2022

Non bastano le ammissioni del datore di lavoro in sede ispettiva per condannarlo a pagare all’INPS i contributi per un collaboratore.

Tipo di Atto: Giurisprudenza di Cassazione

La Corte d’appello aveva condannato un piccolo imprenditore a versare all’INPS i contributi per una collaboratrice dell’azienda (la moglie), fondando la decisione unicamente sulle dichiarazioni rese dall’imprenditore stesso in sede di ispezione INPS, alle quali aveva attribuito l’efficacia decisiva di una confessione extragiudiziaria. La Corte cassa la sentenza, affermando che le dichiarazioni rese “contra se” dal datore di lavoro all’ispettore INPS non hanno valore di confessione extragiudiziaria perché l’ispettore non ha potere rappresentativo dell’ente di cui è pur organo, sicché le dichiarazioni sono liberamente valutate del giudice unitamente ad altri mezzi di prova.