Processuale

Data documento: 23 Maggio 2017

L’Ente impartisce istruzioni applicative in ordine alla prevista estensione della DIS-COLL anche agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1° gennaio al 30 giugno 2017. La circolare precisa che per la fruizione dell’indennità i lavoratori con contratto di collaborazione devono presentare domanda esclusivamente in via telematica, entro il termine previsto di 68 giorni dalla data di cessazione del contratto, a pena di decadenza. Tuttavia per gestire adeguatamente le cessazioni dei rapporti di collaborazione intercorse tra il 1° gennaio 2017 e la data di pubblicazione della circolare (23 maggio 2017), il suddetto termine decorre dal 23 maggio 2017.

Data documento: 24 Maggio 2017

L’INPS fornisce ai propri uffici le prime indicazioni sulle modifiche apportate dalla legge n. 232 del 2016 al D. Lgs. n. 67 del 2011 in materia di accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.

Data documento: 31 Maggio 2017

La nuova disciplina sanzionatoria dei licenziamenti ingiustificati ex legge Fornero si applica solo ai licenziamenti comunicati a partire dall’entrata in vigore della legge (18.7.2012).

Data documento: 31 Maggio 2017

Ancora un caso di reintegrazione conseguente a un licenziamento disciplinare annullato per difetto d’illiceità.

Data documento: 31 Maggio 2017

Un caso di nullità del licenziamento disciplinare di un autoferrotranviere, per vizio del procedimento.

Data documento: 11 Maggio 2017

Anche il lavoratore del trasporto pubblico adibito per lungo tempo a mansioni superiori ha diritto al superiore inquadramento.
La disciplina speciale del personale di aziende esercenti un pubblico servizio di trasporto in concessione è contenuta nel r.d. 148/31, che – in deroga rispetto all’art. 2103 c.c. – stabilisce che il riconoscimento del superiore inquadramento si ha solo ove vi sia un ordine scritto del direttore dell’agenzia, la vacanza del posto nonché il metodo selettivo, ove previsto. Non è però escluso, secondo il giudice di Napoli, che la prolungata copertura del posto possa essere valutata come elemento presuntivo dell’effettiva vacanza del posto stesso, e che reiterate disposizioni di servizio che affidano la mansione a quel lavoratore, evidentemente valutato come idoneo, possano sostituire l’ordine scritto del direttore.

Data documento: 10 Maggio 2017

È discriminatoria nei confronti delle lavoratrici in gravidanza la clausola del contratto collettivo che non equipara il congedo per maternità al lavoro effettivo.
Nel caso in esame la ricorrente contesta come discriminatoria la condotta della società che, nell’ambito di un trasferimento collettivo, aveva disposto il suo trasferimento a seguito della stesura di una graduatoria formulata sul solo criterio delle ore effettivamente lavorate, come previsto da un accordo collettivo nazionale. Tale criterio aveva fortemente penalizzato la lavoratrice, la quale aveva fruito di un periodo di congedo per maternità, potendo dunque vantare un numero ridotto di ore di lavoro. Il giudice dichiara la disposizione dell’Accordo Collettivo discriminatoria. Respinta anche l’eccezione di decadenza dall’impugnazione del trasferimento formulata in base all’art. 32 l. 183/2010, ritenuto inapplicabile nell’ambio del procedimento speciale contro le discriminazioni ex art. 38 d.lgs. 198/2006.

Data documento: 4 Maggio 2017

Contratto a tutele crescenti: per il calcolo dell’indennità risarcitoria si considera l’intera anzianità di servizio presso l’appalto.
L’art. 7 del d.lgs. 23/2015 è applicabile anche ai licenziamenti collettivi e prevede che l’anzianità utile ai fini della determinazione dell’indennità risarcitoria per il licenziamento illegittimo è quella complessiva di adibizione all’appalto, indipendentemente dalla data di assunzione presso l’ultima società appaltatrice. La sentenza si sofferma anche sull’interpretazione dell’art. 4, comma 9, L. 223/1991, come modificato dalla Legge Fornero del2012: il termine imperativo di sette giorni per la comunicazione dei criteri di scelta, decorre da ogni singolo licenziamento.

Data documento: 2 Maggio 2017

La mancanza dell’elemento intenzionale della condotta implica l’insussistenza del fatto contestato.
Nel caso in esame la lavoratrice viene licenziata per sottrazione di un bene aziendale, ma il giudice non ritiene dimostrata in giudizio l’intenzionalità della condotta (che appare piuttosto frutto di una distrazione). Stanti la mancanza di precedenti disciplinari, e le ottime valutazioni sulla prestazione ricevute nei tanti anni di lavoro, non si può ritenere leso il vincolo fiduciario. Il fatto contestato è perciò ritenuto insussistente, con conseguente ordine reintegrazione nel posto di lavoro.

Data documento: 30 Maggio 2017

In risposta ad alcuni quesiti pervenutigli, L’Inps, con il messaggio n. 2214/2017, chiarisce che è applicabile anche alle lavoratrici autonome iscritte al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo (PALS – ex Enpals) l’istituto della flessibilità del congedo di maternità di cui all’art. 20 del D. Lgs n. 151/2001, fermo restando il rispetto delle condizioni ivi previste, comprese quelle relative alle certificazioni mediche.

Data documento: 5 Giugno 2017

Necessario il n.o. sindacale anche in caso di trasferimento per incompatibilità ambientale di un sindacalista dipendente della polizia di Stato.

Data documento: 6 Giugno 2017

Anche la singola componente della rappresentanza sindacale unitaria in azienda può indire assemblee retribuite.

Data documento: 6 Giugno 2017

Lo Stato estero è immune dalla giurisdizione italiana se è chiesta la reintegrazione.

Data documento: 8 Giugno 2017

La carenza di organico non esonera la P.A. da responsabilità per l’infarto da superlavoro di un dipendente.

Data documento: 9 Giugno 2017

La sola certificazione CE di un macchinario non esonera il datore di lavoro da responsabilità per l’infortunio dovuto al cedimento della struttura portante della macchina.

Data documento: 9 Giugno 2017

In materia di impiego pubblico, anche in caso di crediti retributivi la rivalutazione o gli interessi degli stessi vanno calcolati sull’importo netto e non sul lordo.

Data documento: 9 Giugno 2017

La rinuncia temporanea alle dimissioni non deve essere necessariamente retribuita con uno specifico compenso.

Data documento: 5 Maggio 2017

Licenziamento collettivo: illegittima l’applicazione dei criteri di scelta a una sola unità produttiva.
In un licenziamento collettivo, la decisione di limitare la selezione del personale a una specifica unità produttiva, o singolo settore o reparto, deve essere ancorata a esigenze tecnico-produttive e organizzative, con relativa comunicazione ai sindacati. È inoltre contraria ai principi di correttezza e buona fede la decisione di licenziare solo i lavoratori addetti a un determinato reparto, nel caso in cui costoro siano astrattamente idonei ad occupare altre posizioni. Il giudice ritiene dunque violati i criteri di scelta e ordina la reintegrazione del dipendente.

Data documento: 18 Maggio 2017

La denuncia alle autorità di un comportamento aziendale ritenuto penalmente rilevante non costituisce motivo di licenziamento.
Il giudice ritiene non giustificato il licenziamento del lavoratore, rappresentante sindacale, che aveva denunciato alle autorità pubbliche condotte aziendali che riteneva lesive della sicurezza e della salute dei dipendenti. Fatta salva l’ipotesi in cui la segnalazione abbia intento calunnioso (ossia nella consapevolezza della non veridicità delle accuse), non si può ritenere che l’obbligo di fedeltà imponga un atteggiamento reticente. Pur escludendo dunque un intento discriminatorio o ritorsivo del recesso, il Tribunale dichiara insussistente il fatto contestato.

Data documento: 18 Maggio 2017

Il nuovo art. 2103 c.c. e il trasferimento del lavoratore: illegittimo se sono disponibili posizioni relative a mansioni con lo stesso inquadramento.
Il Tribunale di Roma applica l’art. 2103 c.c., nel nuovo testo, nella valutazione della legittimità del trasferimento intimato a una lavoratrice la quale, ottenuta la conversione a tempo indeterminato di un contratto a termine illegittimo, era stata destinata a sede diversa dalla precedente, e molto lontana, per la pretesa indisponibilità di mansioni in loco. Il giudice dichiara illegittima la decisione datoriale in quanto ritiene provata l’esistenza di posizioni disponibili in sedi più vicine a quella originaria, aventi lo stesso livello di inquadramento della dipendente.