Tribunale di Roma, 26 novembre 2021
Grava sull’effettivo utilizzatore/committente l’onere di provare la genuinità dell’appalto.
Il Tribunale accoglie il ricorso di alcuni lavoratori che chiedevano l’accertamento della illiceità degli appalti ai quali erano addetti e, di conseguenza, il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato in capo all’istituto di credito presso cui prestavano la propria opera. Il Giudice ha ritenuto di condividere l’orientamento già espresso in una precedente sentenza della Suprema Corte, affermando, in punto di onere della prova, che il datore di lavoro, sia esso formale o sostanziale, deve dimostrare la sussistenza di una genuina relazione con l’appaltatore cui ricondurre lo svolgimento delle attività lavorative nell’ambito della organizzazione del committente, quantomeno producendo in giudizio i relativi contratti di appalto.